Si tratta della migliore realizzazione della Pubblica Amministrazione, espletante mandato di Sindaco Alina Gastaudo. Nasce nell’anno 2005, su progetto dell’ingegnere Perrino, con appalto della Ditta Fognini.

L’opera ha trasformato radicalmente una zona che era importantissima nei tempi del borgo agricolo ed artigiano e che, con l’avvento dell’urbanesimo del dopoguerra, era caduta in abbandono e degrado, sommersa dai detriti e dalla vegetazione selvaggia. infatti comprendeva le stalle, il mattatoio, le concerie, il canapaio, il mulino a pesta, il canale irriguo (U Beà) e il canale delle acque reflue (A Biareira Sutana), i pozzi neri e gli orti. Era la Zona delle ”Dubarie” accorpata alla Zona delle “Fabbriche”

Era priva di viabilità orizzontale, l’unica via era il bordo del canale largo cm 20 ca. Chi ci scendeva dalla soprastante Via Roma doveva risalire da dove era sceso.

La nuova opera crea un percorso pedonale di buona larghezza, unendo il Ponte Vecchio con il Ponte Nuovo, seguendo il tracciato dell’antico Canale Grande e superando il dislivello tra gli orti con un ponticello ferrato, lungo l’argine sinistro del Barbaira.

Una vera passeggiata che toglie al Paese il suo aspetto di castro arroccato a strapiombo sul torrente, diventando ospitale con due braccia aperte ed invitanti, legando il Paese alle sue radici e alle sue acque.

Col tempo, grazie alle opportunità offerte dal nuovo percorso, alcune costruzioni della Zona cambiano faccia e rinascono dallo stato di abbandono.

Chi più ne gode sono io, Enrico Carabalona. l’unico abitante della zona, proprietario delle ultime stalle e del mattatoio. Sembra un sogno trovare davanti a sé una nuova via di accesso alla sua abitazione, ben più agevole della vecchia via in discesa nel cunicolo catacombale dalla Piazza Cola.

Non resta che raccordarmi all’innovazione e, sentendomi in obbligo di riconoscenza, mi metto all’opera per far sì che la nuova creatura diventi una parte viva nel Paese. Seguono anni di lavori incessanti che cambiano profondamente l’immagine di Rocchetta e che fanno della zona più disastrata la più bella ed apprezzata.


LE FACCIATE

Nell’anno 2004 decido di restaurare la facciata di casa che porta ancora i segni delle bombe esplose contro i suoi muri nel 1942, approfittando anche dei contributi stanziati dallo Stato. Mi trovo a collaborare con il vicino di casa per l’uso dei ponteggi. Il fatto ci consente di operare il consolidamento murario ed il restauro di un vasto pannello di pareti conferendo un nuovo aspetto a tutta la zona.

L’impasto da me impiegato nell’esecuzione delle fughe tra le pietre è costituito da un’ottima calce idraulica che vado a prendere in Francia (la chaux blanche Saint Astier dei Pirenei) miscelata con terra arenaria locale che vado a prendere sullo stradone militare in zona Abellio. Il risultato è eccellente per la solidità e per l’aspetto estetico caldo che lega perfettamente con le pietre.

Posso vantarmi di essere stato un pioniere nel ritorno ad un prodotto che era quello usato dai nostri avi per costruire la Rocchetta e che era stato abbandonato per usare il cemento nell’orrendo crepì. Oggi lo si trova anche presso le ditte edili italiane, ma vent’anni fa ti ridevano dietro se parlavi di calce idraulica.

Fatto sta che l’aspetto cupo e triste della Rocchetta cementizia sta diventando un po’ alla volta sereno, sano e distensivo. Anche se chiazze scure di mura in pietra abbandonate e pericolanti sono ancora in attesa di un salvatore che rimuova il pericolo, operi il risanamento murario e le restauri.


ROCCHETTA FIGLIA DELLE ACQUE

Lungo la passeggiata fa bella mostra di sé un pannello su supporto ligneo di notevole dimensione che rappresenta il Paese affacciato sul Barbaira, punteggiato dai richiami numerati di tutti i punti notevoli che ruotano attorno all’acqua, corredato di legenda esplicativa in quattro lingue.

Descrive l’intero sistema idrico del paese, che sorge alla confluenza dei due torrenti ed evidenzia la lungimiranza nella progettazione che permette la coesistenza del borgo rurale con quello artigiano.

Il pannello è situato nel punto di osservazione che consente il riscontro con i punti della reale, attuale o storica, collocazione. Realizzato su progetto e fattura di Enrico Carabalona nel 2018, opportunamente protetto da tettuccio e schermata, si sta dimostrando largamente visionato.


LA FONTANA

È l’ultima opera di rilievo arrivata sulla scena. È creatura del bravo ed accanito lavoratore Bruno Brigasco con cui egli impreziosisce la casa sovrastante da lui ristrutturata ed arricchisce tutto il percorso della passeggiata, offrendo un piacevole punto di rinfresco nelle ore assolate del pomeriggio estivo.


IL MONUMENTO AL BARILAIO E AL MULO

Il sistema fognario comunale a Rocchetta nasce nel 1948.
Prima di allora era consuetudine fare in casa i propri bisogni nel secchio di legno munito di appoggio (U segliun). Questo veniva travasato nei vari pozzi neri (U pussu) all’esterno nei bassifondi del Paese.
Era opera del BARILAIO versarlo nei barili per essere portato agli orti vicini, o caricato sul dorso dell’amico MULO e portato nelle campagne quale fertilizzante naturale.

A questi umili personaggi, invisibili, ma fondamentali nell’ecosistema del borgo è dedicato questo monumento

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IL GIARDINO DELL’OMINO PENSANTE

Sfruttando il rudere dell’arco di un’antica volta distrutta, ho dato asilo a due massi dalla forma ellittica perfettamente levigati dal torrente in cui li ho trovati. Si sono salvati dall’abbandono in un sottoscala e son diventati i due personaggi della mitologia greca: Deucalione e Pirra, gli unici superstiti del diluvio universale decretato da Zeus. E grazie al volere dello stesso Zeus essi hanno ripopolato la terra.

L’allacciamento allegorico, la citazione di filosofi greci e latini, le piramidi egiziane, la leva di Archimede… sollecitano curiosità e provocano quesiti nello spettatore che prende coscienza di essere lui L’OMINO PENSANTE.


IL LABORATORIO D’ARTIGIANATO E D’ARTE

È giunto il momento della saggezza anche per lo scavezzacollo. Non resta che prenderne atto, abbandonare le creste, le cenge e le ferrate per passare a sentieri più facili, ma non meno belli. In altre parole, chiuso un percorso se ne riapre un altro, che in realtà non è mai stato chiuso: quello dell’Amore passionale per l’Arte.

Gli spazi operativi fruibili sono quelli recuperati dal restauro conservativo e ricreativo delle concerie e del mulino, in cui si respira un’aria liberatoria fuori dell’assillo quotidiano.

Le attrezzature per realizzazioni con tecniche diverse ci sono. Le idee sono tante, sonnecchiano ed aspettano il momento magico per esplodere e prendere forma. Sempre che la Buona Sorte non chiuda il sipario.


I SOGNI NEL CASSETTO

Tanti sono i progetti realizzati, ma tanti rimangono i sogni che (per ora) restano nel cassetto e che condivido con voi.

  • L’AMPHITHEATRUM BARBAIRAE incentrato per una parte sul restauro conservativo e per l’altra sul recupero storico del canale delle acque reflue. Un sogno fiabesco e fantasmagorico in perfetta armonia col Paese delle fiabe. Recupero e innovazione a braccetto per fare di Rocchetta una stella di prima grandezza. È disponibile lo studio progettuale, di monitoraggio e di fattibilità, formato Power Point, di Enrico Carabalona.
  • Una RIVALUTAZIONE DELLO SPAZIO GIOCO BOCCE per creare uno spazio di sosta, conversazione, lettura, o attrezzato per momenti musicali di medio piccole dimensioni
  • Un RIFACIMENTO DEL PERCORSO ACCIOTTOLATO per renderlo inerte alla vegetazione e percorribile con una striscia apposita agevole anche a chi ha problemi di deambulazione.
  • Un PONTE LEVATOIO di legno con cui superare l’ultimo tratto per scendere al torrente e per essere salvato dall’impeto delle piene torrentizie azionandone il rientro. Naturalmente bisogna prima ovviare all’abusivo scarico fognario nelle acque piovane ed a rendere fruibile l’accesso al laghetto
  • Due sentieri LUNGO GLI ARGINI SUL GRETO DEL TORRENTE percorribili dalle persone che intendono servirsene per prendere contatto con le acque e per bagnarsi
  • Un intervento di grande rilievo per il RECUPERO DELLA VIA DELLE ISOLE con scalinata di accesso dalla passeggiata, rifacimento della salita e messa in sicurezza della zona che presenta vari punti pericolanti, che costituiscono una minaccia per la pubblica incolumità.
  • RECUPERO DEL LOCALE EX CENTRALE ELETTRICA e LOCALI ATTIGUI con apertura verso la passeggiata a livello centro sociale per creare un luogo di ristoro o di aggregazione.

Qualche sogno l’ho realizzato. Tanti ne lascerò insoddisfatti ai sognatori come me, animati da fede, amore e passione per questo bel Paese che può diventare la perla dell’occidente ligure.


Ho fatto il mio dovere

In conclusione, alcune riflessioni e un resoconto di tutte le opere realizzate lungo la passeggiata (e non solo)

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